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Novembre 2011

Entusiasmo ed...Abbandono

All'inizio di ogni anno accademico, verso Settembre, arrivano molti allievi che desiderano provare ad allenarsi nel gongfu. Un pò spinti dalla semplice voglia di praticare una qualche attività fisica, un pò, alcuni, spinti propriamente dal fascino delle Arti Marziali, vengono nella mia Scuola chiedendo di fare una o due lezioni di prova...

E' un rito che si ripropone tale e quale all'inizio di ogni anno.

Avendo alle spalle più di dieci anni di insegnamento, posso ormai dire che mi basta davvero poco per capire, dalla luce che brilla negli occhi dei vari allievi che arrivano, tutti più o meno desiderosi di imparare (almeno stando a quelle che sono le loro parole),  chi davvero rimarrà fino alla fine dell'anno e chi invece scapperà via, con qualche scusa più o meno giustificabile, dopo neanche 2 mesi di pratica...
Il modo in cui viene insegnato il gongfu nella mia Scuola è un modo sincero e appassionato, che, pertanto, richiede all'allievo altrettanta sincerità e passione. Nessuna Arte Marziale può essere praticata "tanto per praticare qualcosa", questo lo sanno davvero tutti!
Bisogna trovare dentro di sè un motivo, un motivo forte e profondo, per poter rimanere all'interno di una Scuola di gongfu.
Quando gli allievi arrivano da me ad inizio anno, sono molto propensi a trasmettere tutta la "volontà" di praticare che hanno in corpo e nelle prime lezioni fanno quasi "a gara" per far vedere chi più degli altri sa "concentrarsi" nella pratica degli esercizi e delle tecniche.
Però chissà come mai, statisticamente (e posso dire che questa statistica corrisponde un pò a tutte le Scuole di gongfu) ogni 10 allievi nuovi che arrivano ad inizio anno, solo 4 rimangono davvero, questo fenomeno accade in tutte le Scuole dove ho praticato nella mia vita, un pò in tutte le città d'Italia, è un fenomeno che riguarda la pratica del gongfu in generale.
Ovviamente alcuni allievi vengono solo per "provare" e subito dopo un paio di lezioni vanno via perchè semplicemente capiscono che il loro modo di essere non è adatto per le Arti Marziali...

Per avvicinarsi al mondo delle Arti Marziali bisogna sentire dentro di sè una fiamma che brucia, una forza che ti spinge a chiedere a te stesso sempre di più, che ti dice che il punto in cui ti trovi può sempre essere migliorato e spostato in avanti, e quando pensi a ciò, non pensi solo alla tua condizione prettamente fisica, ma anche alla tua condizione mentale e spirituale.
Eh sì perchè non dobbiamo dimenticarci che il gongfu è una disciplina che VIVE grazie a tantissimi esercizi e pratiche che hanno come primario scopo l'accrescimento della nostra consapevolezza e quindi della nostra evoluzione psichica.
Chi pratica Arti Marziali da una vita sà bene a cosa si riferiscono le mie parole, si dice che nelle Arti Marziali non si arriva mai, e chi sente dentro di sè quel fuoco che lo spinge a chiedere sempre di più a se stesso, bè, vive quel detto come la cosa più vera che possa percepire con i suoi sensi.
Ma non tutti gli allievi sono in grado di sentire quel fuoco, alcuni hanno la fortuna di vederselo accendere dentro di sè magari da adulti, altri fin già da bambini, comunque sia senza quel fuoco è molto difficile praticare davvero e poter superare tutte le difficoltà che la pratica del gongfu ti pone davanti...

Ma è davvero così difficile praticare gongfu? Quali mai possono essere questi ostacoli insormontabili che fanno abbandonare il 60% degli allievi?

In realtà gli ostacoli di cui parleremo non sono realmente del gongfu, non sono difficoltà intrinseche alla pratica del gongfu in sè, ma sicuramente il gongfu tende ad esaltarli, a metterci di fronte al dover compiere, come vedremo, delle precise scelte...
Il primo e fondamentale ostacolo alla pratica del gongfu si chiama...STILE DI VITA!

Quando si pratica gongfu bisogna prima di tutto sapere che quella pratica sarà un qualcosa che deve entrare necessariamente all'interno del nostro stile di vita, e questo fin da subito!
Ci sono molti allievi che iniziano a praticare gongfu, mentre praticano anche un'altra attività sportiva, talvolta ad alto rischio di incidenti, come può essere motociclismo, free climbing, paracadutismo, sci di fondo, ecc...
Ovviamente, essere "attività ad alto rischio di incidenti" significa che se le pratichi per tanto tempo, prima o poi un incidente sicuramente ti capiterà, potrà essere anche minimo, come una distorsione ad una caviglia o all'articolazione del gomito, ma basta questo per essere costretti a rinunciare alla pratica del gongfu per magari un mese, un mese e mezzo, senza contare il fatto che non solo l'incidente ti impedirà di stare vicino agli altri che praticano gongfu con te (e quindi di vivere e condividere le emozioni del gruppo) ma al ritorno (per quei pochi che comunque decidono di riprendere dopo la pausa forzata) il fisico non sarà più ben allenato come prima e sono davvero pochissimi quegli allievi che sanno resistere alla frustrazione del dover ricominciare daccapo (nel frattempo quel fuoco si è spento...), così finita la fisioterapia non ritornano più.

Ci sono poi altri allievi, gli studenti, che ogni volta che si avvicina il periodo degli esami scolastici, o magari anche prima di un compito in classe importante, decidono di chiudersi in casa perchè non saprebbero allenarsi con il pensiero di dover studiare.
Anche qui, la loro pratica diventa un continuo alternarsi di insoddisfazioni e frustrazioni, anche perchè spesso non è detto che l'esame si superi anche se abbandoni l'allenamento e ti chiudi in casa, e cosi doppia frustrazione, ti ritrovi a perdere 2 settimane di pratica e dover poi recuperare il lavoro svolto dai compagni di allenamento, e al contempo pratichi con un macigno nel cuore che è il sapere che non hai superato l'esame e così tanto impegno è stato del tutto inutile!
Questa altalena si ripete, per gli studenti universitari, ogni 4 mesi circa...appena vedo un allievo che di fronte al primo esame non viene più a praticare, già so che resisterà al massimo 2 o 3 cicli, perchè se non si vive il gongfu come una continuità, si perde il senso della pratica stessa! Quando il tuo cuore perde il senso della pratica, beh semplicemente non ti viene più voglia di pagare il mensile!

Questi sono solo due esempi di cattiva gestione del proprio stile di vita, ma ce ne sono tanti altri, dalle allieve che hanno fidanzati che le costringono a saltare sessioni di allenamento ogni volta che vogliono stare insieme (fregandosene quindi se la propria ragazza aveva degli impegni con altre persone), a chi ha, invece, genitori  troppo ossessionati con la carriera scolastica oppure che impongono ai figli altre attività "ad alta priorità" durante la settimana (che ovviamente il genitore reputa più utili per il figlio/la figlia).
Queste attività diventano sempre "più importanti" della pratica del gongfu, persino il compleanno di un amico o la festa dello zio diventano motivo periodico per saltare lezioni ed allenamento.

Ma perchè questo accade così di frequente?

Semplice, perchè il praticare un "corso in palestra" nella nostra cultura è considerato un diversivo come tanti altri, le cose davvero importanti sono i parenti (e non stiamo parlando di necessità impellenti o di richieste di aiuto...) o l'attività lavorativa, lo studio e la carriera scolastica, queste sono le cose che devono assorbire davvero tutte le nostre energie! Parenti e datori di lavoro fanno a gara a chi riesce ad accaparrarsi l'ultimo briciolo di energia residua!

Pochissimi genitori insegnano al figlio (una volta iscritto in palestra) che le Arti Marziali si devono praticare con costanza e dedizione, perchè prima di tutto sono formative e poi perchè bisogna saper rispettare gli impegni presi con se stessi;  difficilmente insegnerà che come studenti bisogna imparare a studiare e al contempo fare tutto il resto, perchè la vita non può essere messa in standby ogni volta che ti viene richiesto un impegno leggermente superiore, e poi, infine, ci sono i parenti che si offendono se vengono a sapere che si è mancati alla loro festa per andare a praticare Arti Marziali! Per andare in palestra! e che sarà mai questa palestra? (...allora non mi vuole bene, se ha preferito la palestra alla mia festa...che nipote sciagurato...)
Purtroppo nella nostra cultura non si insegna ad investire nelle relazioni o nel miglioramento personale, siamo talmente tutti presi dagli obblighi "contrattuali" (detti e non detti, palesi e non palesi) che abbiamo istituito con la famiglia o con il datore di lavoro, che le attività da palestra vengono dopo tutto il resto...

Le Arti Marziali però non sono mai state un' attività da palestra, per questo motivo si parla sempre di Scuole.
Praticare Arti Marziali in una Scuola significa permettere al proprio Maestro (ci sarà un motivo se si chiama così...) di educarci, di essere davvero importante per noi, di farci evolvere secondo i principi dell'Arte Marziale, perchè di Arte si tratta e non di una pratica qualsiasi, e gli allievi che quando arrivano trasmettono (anche senza dirlo direttamente) questo modo di pensare mi fanno subito capire che loro continueranno anche di fronte alle difficoltà, anche di fronte agli incidenti o agli ostacoli che la vita, inevitabilmente,  metterà loro davanti!

Nella mia Scuola si chiama Chilun (齒輪), l'ingranaggio della vita, perchè la vita talvolta è come un potente ingranaggio, una macchina che ti invischia nelle sue spire, che ti consuma energie di varia natura, dandoti sempre l'impressione che c'è qualcosa di più urgente da fare prima di fare ciò che è tuo reale desiderio, la vita ti spinge a dedicare le tue energie sempre verso altre cose, altre situazioni, altre distrazioni, tenendoti lontano da ciò che davvero conta, l'evoluzione del nostro spirito!
Praticare Arti Marziali in Cina invece è molto valorizzato, sia dalle Scuole statali che dalle famiglie.
Abbandonare la Scuola di gongfu è motivo di squalifica personale, si perde dignità di fronte agli altri, perchè quando abbandoni l'allenamento, i compagni e il Maestro mettendo al primo posto sempre altre cose nella tua vita, abbandonerai in futuro anche tutto il resto; quando ciò che dice la famiglia è più importante di ciò che dice il tuo cuore, beh la vita sarà un continuo abbandonare occasioni di crescita e di maturità, sarà un continuo scappare di fronte alle novità per rimanere invece nella rigida schematicità delle cose scontate, già date, già previste e preordinate per tutti.
Agendo così ci si perde nella massa!

A Settembre quando l'anno accademico e lavorativo ancora non ci dà altri impegni, tutti gli allievi sono desiderosi di imparare, sprizzano entusiasmo e sono pronti a dirsi che il gongfu è la loro passione più grande, ma poi a Ottobre iniziano i primi esami, le prime riunioni di lavoro, proprio quella settimana in cui hai deciso di praticare sul serio e dedicarti al gongfu però succede qualcosa, la vita esiste ed è molto forte, è assolutamente nell'ordine delle cose che ti chieda "attenzione e partecipazione", queste cose già nel 1200 gli antichi e saggi Maestri lo sapevano...non cè nulla di nuovo sotto al cielo e gli allievi si lasciano distrarre adesso come allora... ma se ogni volta che la vita chiede attenzione e partecipazione ci si deve chiudere in se stessi e abbandonare il Maestro, la Scuola e i compagni di allenamento, beh allora cè qualcosa che non va in noi (non certo nella vita!) bisogna chiedersi se non stiamo diventando dei burattini lasciando agli altri sempre la facoltà di disporre delle nostre energie e dei nostri scopi...

Ma allora come se ne esce?

Bisogna vivere quel fuoco di cui abbiamo parlato inizialmente, capire dentro di sè che esiste dell'altro, che non si vive solo per accontentare l'ego dei parenti o del proprio fidanzato/a e neanche bruciarsi la vita nel lavoro e negli impegni formali, bisogna capire che praticare gongfu in una Scuola significa praticare una Via, la Via della propria Vita che ti permette di crescere la dove nessun'altro contesto di vita ti permette di crescere...e poi, cosa importantissima, bisogna giocare di anticipo!
Non si può pretendere che gli altri (amici e parenti) capiscano quanto siano importanti per noi le Arti Marziali se non gliene parliamo mai, se non vedono davvero quanto ci teniamo e quanto sono fondamentali per il nostro spirito, è naturale che considerino sciocco andare in palestra se non sappiamo trasmettere loro quel nostro spirito, quel nostro entusiasmo nel vivere la pratica e gli allenamenti.
Giocare di anticipo significa sapere già che la vita ti attende al varco con i suoi mille impegni, che se oggi ti senti entusiasta solo perchè ti senti libero, allora quell'entusiasmo non è fondato su qualcosa di solido, bisogna in anticipo preparare il terreno intorno a sè in modo da non farci trovare impreparati dalla vita, bisogna cominciare ad essere evasivi e sfuggenti verso chi vuole intrappolarci in necessità che riguardano, in realtà, solo lui: Come degli abili cacciatori siamo noi a dover tendere trappole e agguati alla vita, e non il contrario, e ogni volta che si verifica un tentativo di portarci su un'altra strada, di deviarci dalla pratica, dobbiamo essere soddisfatti nel dirci <<ecco, se non mi fossi preparato prima, se non avessi creato un contesto adatto per sfuggire, ora sarei già invischiato in quella assurda questione e non avrei potuto partecipare alle attività della Scuola>>

Come Maestro, ogni volta che un allievo, inizialmente molto desideroso di imparare, se ne va, anche se è stato pchi mesi, mi lascia comunque un vuoto, devo dire che ogni volta che vedo una rinuncia di questo tipo (cioè non nei casi in cui è semplicemente un accorgersi che il gongfu non è una disciplina adatta) mi dispiace, perchè vedo un allievo che nella vita si ritroverà continuamente a ripetere quell'atteggiamento, qualsiasi strada deciderà di intraprendere; e poi essendo scappato, non mi ha dato alcun modo di insegnargli a superare queste  difficoltà...posso solamente salutarlo, dicendogli che la mia Scuola è sempre aperta.

La gestione del Chilun, ovvero dell'ingranaggio della vita, è forse la qualità più grande che un allievo deve saper sviluppare per essere un buon allievo di gongfu, più di tante altre cose che si dicono, come la Volontà, la Concentrazione, la Dedizione, persino l'Abnegazione, perchè non si può scappare dalla vita, si può solo decidere di farla scorrere vivendo in armonia con essa, e il gongfu insegna la ricerca massima di questa armonia!
Arthur Schnitzler famosissimo filosofo, drammaturgo e medico austriaco del 1800, soleva spesso affermare: <<Quando ti capita di essere danneggiato da una persona o da una situazione, evita di attribuirle subito la colpa, ma domandati anzitutto da quanto tempo eri alla ricerca di una persona simile!>>

Per questo motivo si può avere la più grande Abnegazione, la più grande Dedizione verso la pratica, ma se di fronte ad un incidente o ad una pesudo-urgenza abbandoni tutto, allora stavi già attendendo che si verificasse un momento simile per poter dare a te stesso un motivo per non impegnarti sul serio in ciò che credevi.

 

Centro Studi Gongfu Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e Filosofiche